Intervista al maestro Carlo Barbuto, Filippo Solheid, Christian Zahe e Paolo Fiorio

Proseguono i preparativi in vista di Thai Boxe Mania, uno degli eventi sportivi più attesi del 2017 torinese.Sabato 28 gennaio, a partire dalle 17.00, sul ring del PalaRuffini saliranno infatti alcuni dei migliori interpreti della disciplina.Un evento unico, nato a Torino nel 2010, grazie al meticoloso lavoro e alla grande passione dei Promoters Alex Negro e Carlo Barbuto, pluricampione mondiale, nonché fondatore della palestra Thai Boxe Torino, punto di riferimento per gli amanti degli sport da combattimento che da anni sforna atleti di livello internazionale.“Sarà l'ottava edizione; – racconta Carlo Barbuto - Anche quest' anno abbiamo avuto un grande appoggio da parte delle istituzioni e di tutta la città. L'evento sta per entrare nel vivo e al PalaRuffini ci aspettiamo un gran numero di torinesi, che negli anni si sono avvicinati sempre di più a questa disciplina”.Un'avventura che però dura da ben più che otto anni.“Questo evento è il proseguimento di “Torino contro il resto del mondo”, una manifestazione che abbiamo organizzato per anni e che era nata per permettere a tutti gli atleti di Torino di combattere una volta l'anno mettendosi in mostra davanti a tutti”.Torino, una città sempre più vicina alla thai boxe.“Con il tempo è cambiato molto il modo delle persone di approcciarsi a queste discipline. Sono in aumento costante gli appassionati e lo noto ad ogni edizione. L'influenza degli Sati Uniti con l'MMA ha influito molto anche sul nostro sport, spettacolarizzando gli eventi e facendo sì che molte persone si appassionino agli sport da combattimento”.Una vita dedicata alla thai boxe, prima sul ring e ora fuori. La strada, però, è ancora lunga.“Il mio sogno più grande è che ci siano sempre più ragazzi che si avvicinino a questo sport e che tramite la thai boxe riescano a combattere gli aspetti negativi della società”.Uno dei campioni cresciuto nella palestra di via Pietro Giuria è Filippo Solheid, alla sua sesta partecipazione a Thai Boxe Mania, dove lo scorso anno si è laureato campione europeo WKN, davanti ad un pubblico in delirio. Conosciuto per la sua grande determinazione, il fighter della Thai Boxe Torino vanta una lunga esperienza negli sport da combattimento, registrando un record di 68 match conditi da 43 vittorie e 8 pareggi. Il torinese, allenato da Carlo Barbuto, ha maturato una grande esperienza grazie anche ai suoi numerosi viaggi in Thailandia.“Il mio primo viaggio lo feci circa dieci anni fa per dedicarmi nel migliore dei modi alla thai boxe; - racconta Filippo -, poi però questo continuo ping pong tra Torino e Bangkok mi ha aperto altre strade, anche dal punto di vista lavorativo, permettendomi di conoscere sempre meglio questo meraviglioso Paese. Una terra da cui abbiamo tantissimo da imparare. Gli atleti italiani che hanno la possibilità di andare lì aumentano il proprio bagaglio tecnico in maniera drastica. La prima volta che ci misi piede, però, mi sembrava di essere in un altro pianeta perché tutto era diverso: il clima, il cibo, le persone. Insomma all'inizio non è stato affatto facile, anche perché dieci anni fa non c'erano tanti stranieri nei campi dove mi allenavo. All'inizio bisogna tenere duro, poi con il tempo ci si abitua e tutto diventa più semplice.Una tendenza, quella di andare in Thailandia, sempre più frequente tra i fighters di tutto il mondo.“Con il passare del tempo c'è stato un aumento esponenziale di atleti, anche giovanissimi, che vanno in Thailandia a fare esperienza, magari anche solo per qualche settimana. Il numero di stranieri è aumentato notevolmente, come tra l'altro quello degli italiani, che sempre di più si allenano e combattono nei circuiti thailandesi”.Un trend, quello di prepararsi nella terra regina della Thai Boxe, che ha seguito un altro atleta della Thai Boxe Torino, Christian Zahe. Avvicinatosi relativamente tardi alla disciplina, quando aveva 24 anni. Christian dimostra subito il suo valore riuscendo a conquistare un titolo mondiale WKN di K-1 e recentemente ad aggiudicarsi il prestigioso titolo iridato del Muay Thay 2016 in Thailandia.“Un incontro, al contrario di quanto possa pensare la maggior parte delle persone, è più simile ad una partita di scacchi che ad una rissa; – racconta Christian -Bisogna utilizzare sempre il cervello e rimanere concentratissimi. E' uno sport di grande sacrificio e per ottenere risultati importanti è necessario dedicarcisi interamente, ma le soddisfazioni possono essere tante. Lo consiglio ai giovani, anche perché si può fare semplicemente a livello amatoriale. Ti fa star bene a livello fisico e mentale”.L'amore per la disciplina non manca di certo neanche a Paolo Fiorio, uno dei veterani tra gli atleti di Thai Boxe Torino. Il ventottenne torinese è conosciuto per la sua tenacia e per la sua potenza sul ring, tanto da conquistarsi il soprannome di “Mani di pietra”.“In realtà questo nomignolo non mi è mai piaciuto troppo; – racconta sorridendo Paolo – mi è stato affibbiato per la mia tendenza a vincere molti incontri entro il tempo limite. Anche a Thai Boxe Mania è capitato: nel 2012 contro un fighter belga che sulla carta era favorito, poi però riuscii a vincere per ko alla prima ripresa. Quello fu uno dei più bei ricordi di questa manifestazione, che per me rimane l'evento più importante dell'anno. Basti pensare che ho partecipato a tutte le edizioni, perché combattere in casa, davanti ai miei amici, è un'emozione unica.Nonostante possa vantare uno storico di 55 combattimenti, di cui 22 vinti per ko, la paura è un fattore comune a tutti i fighter. “La paura c'è e ci sarà sempre. Ogni atleta, dal meno esperto al più grande, avrà sempre paura; la bravura è saperla gestire e lo si può fare solo tramite l'esperienza e l'abitudine al combattere”.Paolo fiorio alla Thai boxe torino