Pugilato
Il pugilato nella storia
Il pugilato ha una storia molto antica e divisa in “epoche” dettate dall’uso o del mancato utilizzo delle protezioni sulle mani.Nell’antica Grecia si pensava che il pugilato fosse uno dei giochi fatti dagli dèi nell’Olimpo e proprio per questo, fu tra le prime discipline ad essere inserite nei Giochi Olimpici già nel 688 a.c., ma è nell’epoca romana che questo sport si è diffuso su più ampia scala.In questo periodo storico i pugili combattevano con bande di cuoio avvolte alle mani che dovevano servire per proteggere i pugni, ma in alcuniduelli che si trasformavano in vere e proprie battaglie, indossavano delle “borse” di pelle rivestite da parti metalliche.La presenza di metallo sui “guantoni”, portava a dure e sanguinose lotte che molto spesso terminavano con la morte di uno o di tutti e due i pugili.Dopo un lungo periodo di calo, il pugilato torna a riaffermarsi nel XVIII in Inghilterra quando iniziarono a nascere dei veri e propri campionati in cui James Figg era l’atleta di punta mantenendo il titolo dei pesi massimi dal 1719 al 1730.La boxe è poi diventata per molti un lavoro durate la Rivoluzione Industriale: i premi in palio attiravano atleti e spettatori e si è passati nel giro di poco tempo da un pugilato più simile a “risse di strada” a veri e propri incontri regolamentati.Questo è stato possibile anche grazie a Jack Broughton secondo grande campione dei pesi massimi in Inghilterra che nel 1743 ha proposto e introdotto sue personali regole nell’ambito della boxe vietando ad esempio, i colpi sotto la linea della cintura e promuovendo un’area di combattimento quadrata al posto di quella a forma di anello in voga in quegli anni.Diede così vita a quella che è conosciuta come “Epoca Bareknuckle”.Si può dire che l’era moderna del pugilato iniziò nel 1866 quando il Marchese di Queensberry firmò una serie di regole che portò il pugilato a essere meno pericoloso e che, in suo onore, ne presero successivamente anche il nome:
Venne limitato a tre minuti il tempo di ogni round dell’incontro con intervalli di 1 minuto tra le riprese;
divenne obbligatorio l’uso dei guantoni,
venne introdotto il “KO” in cui il pugile era da ritenere sconfitto se non si riprendeva dai colpi ricevuti entro 10 secondi. L’avversario aveva il divieto di continuare a colpire fino al comando dell’arbitro.
Gli incontri vennero suddivisi in base alle categorie di peso e non potevano assolutamente esserci combattimenti tra pugili di pesi diversi.
le categorie introdotte erano: pesi leggeri, medi e massimi.
I caratteristici colpi dell’Epoca Bareknuckle vennero così lentamente messi da parte e poi definitivamente abbandonati quando nel 1892 J.Corbett sconfisse l’ultimo dei grandi combattenti neri John L. Sullivan solo con l’uso dei colpi permessi dal nuovo regolamento.A causa della sua natura violenta e dell’identificazione nell’immaginario collettivo con il mondo clandestino delle scommesse, la boxe ha avuto una storia controversa con periodi in cui ne è stato chiesto anche il divieto (come ad esempio nel 1983 dall’American Medical Association dopo la morte del pugile sud-coreano Duk Koo Kim nel 1982), per poi decidere optare di migliorarne i controlli e la sicurezza.Nonostante tutto il pugilato è una disciplina molto seguita e praticata che ha regalato importantissimi campioni in questo secolo allo sport che insegna valori importanti come coraggio, forza, intelligenza, astuzia e velocità.Tra i migliori pesi massimi, la maggior parte statunitensi, ricordiamo in primis Muhammad Ali e poi campioni come Jack Dempsey, Jack Johnson, Joe Louis, Rocky Marciano, Gene Tunney, Corbett e Sullivan. Tra i campioni eccezionali nelle categorie “più leggere” ricordiamo Benny Leonard, Mickey Walker, Barney Ross, Henry Armstrong e Sugar Ray Robinson.
I fondamentali della tecnica del pugilato:
il pugilato è caratterizzato in particolare dall’ attacco e dalla difesa:La fase di attacco è delineata in particolare da tre tipi di colpi: diretto,gancioemontante che portati con varietà e in rapida successione, danno vita alle “serie” dette anche “combinazioni”.Schivare e parare, sono invece le tecniche messe in atto dall’atleta nei momenti di difesa per ripararsi dagli attacchi dell’avversario. Per quanto duri e lunghi possano essere, tutti gli incontri sono regolamentati da regole codificate, gli atleti si affrontano in modo assolutamente leale e rispettoso e il combattimento termina sempre con un abbraccio tra i due pugili sul ring.
I colpi principali del pugilato:
il diretto o Jab è il cosiddetto “diretto sinistro”: forse il colpo più importante del pugilato permette di “prendere le misure” e di preparare la maggior parte delle serie offensive controllando l’avversario.Il diretto destro è il colpo che normalmente viene subito dopo il diretto sinistro, la sua potenza è data dal fatto che, se eseguito correttamente, non trae forza solo dal movimento del braccio, ma dalla spinta generata da braccio, spalle e gambe.Il gancio è un colpo difficile da imparare, ma se fatto correttamente, è forse il colpo più potente della boxe. Può essere portato sia al corpo che alla testa dell’avversario.Il montante è forse il colpo più spettacolare, è portato dal basso verso l’alto e lascia poco scampo al pugile che lo riceve. Era il colpo “preferito” da Mike Tyson per mettere ko gli avversari nei suoi incontri.
Le protezioni:
in ogni incontro i pugili sono obbligati ad indossare le protezioni per non farsi male ed incorrere in sanzioni da parte degli arbitri.Ma quali sono?Paradenti serve come dice la parola stessa a riparare i denti non deve mai essere di colore rosso per non rischiare di rendere poco visibile l’eventuale presenza di sangue, bendaggio per le mani con bende regolamentari da indossare sotto i guantoni e infine proprio i guantoni. Tutto questoper entrambi i sessi.Le donne devono indossare inoltre un corsetto toracico per proteggere il petto e gli uomini una cintura di protezione per proteggerli dai colpi sotto la cintura.
Gli incontri professionistici:
prima di ogni incontro gli atleti professionisti devono sostenere controlli dal punto di vista medico e effettuare il peso per verificare rientrare nel limite di peso permesso dalla categoria a cui appartengono.Nel caso in cui il peso sia superiore, il pugile in questione ha la possibilità di pesarsi una seconda volta dopo un’ora dalla prima pesata ed è ammessa una tolleranza massima di 500 grammi. Sempre sotto rigido controllo dell’arbitro, prima dell’incontro vengono fasciate le mani ai pugili con bende regolamentari al fine di proteggere le ossa e poi successivamente li si aiuta a infilare i guantoni.Il combattimento avviene sul ring: area quadrata delimitata da 4 pali imbottiti agli angoli e da corde tirate tramite tiranti ricoperte di stoffa. Per terra la presenza di un tappeto in feltro serve ad attutire i colpi e le cadute.I professionisti si affrontano sul ring in incontri che possono avere da 4 a 15 riprese in base alle regole dettate delle diverse competizioni.Un colpo di gong segnala l’inizio e la fine di ogni round e scandisce gli intervalli di un minuto in cui i pugili possono sedersi nel loro angolo, riprendere fiato, essere supportati ed eventualmente curati dal loro team.Ogni incontro è diretto da un’arbitro all’interno del ring con i pugili che controlla l’andamento e interviene ogni qualvolta venga violata una regola.Ha a disposizione tre comandi: break per interrompere un corpo a corpo, stop per interrompere il combattimento e boxe per indicare la ripresa dell’incontro.L’arbitro dirige l’incontro, ma sono i giudici a bordo ring a valutarne l’andamento e ad assegnare la vittoria. Un incontro termina alla fine di tutte le riprese previste, ma può succedere che venga fermato prima:
per abbandono di uno dei due pugili nel caso non si senta in grado di procedere,
per konel momento in cui il pugile a terra e non sia in grado di rialzarsi entro i 10 secondi contati dall’arbitro,
per intervento medico nel caso in cui uno dei due atleti abbia riportato una ferita particolarmente ostica e non sia possibile continuare.
Le categorie professionistiche nel pugilato:
Dalla fine dell’800 a oggi, con il crescente aumento di popolarità della boxe, sono parallelamente aumentate le categorie e le classi di peso che oggi, nell’ambito professionistico, sono così suddivise:
CATEGORIA LIMITE DI PESO
(Minimosca)
105 lb; 45,00 kg
(Mosca jr.)
108 lb; 49 kg
112 lb; 51 kg
(Gallo jr.)
115 lb; 52 kg
118 lb; 54 kg
(Piuma jr.)
122 lb; 55 kg
126 lb; 57 kg
(Leggeri jr.)
130 lb; 59 kg
135 lb; 61 kg
(Welter jr., Welter leggeri)
140 lb; 64 kg
147 lb; 67 kg
(Medi jr., Medi leggeri)
154 lb; 70 kg
160 lb; 73 kg
168 lb; 76 kg
175 lb; 80 kg
(Cruiser)
200 lb; 90 kg
oltre 201 lb, oltre 91 kg
Perché scegliere il pugilato?
Perché scegliere di praticare il pugilato anche solo a livello amatoriale?si tratta di un allenamento serio ed impegnativo, ma divertente che aiuta a migliorare la fiducia in se’ stessi, il coraggio, la forza, l’intelligenza, la velocità, la coordinazione, l’equilibrio, i riflessi e la forma fisica più velocemente di qualsiasi altra disciplina.
…è impegnativo:
sia fisicamente che mentalmente: oltre all’allenamento del corpo, infatti, occorre allenare la mente a essere preparata a ricevere e parare colpi rimanendo in piedi e senza “scappare”. Questo servirà anche nella vita quotidiana: ti renderai conto di essere meno spaventato, più grintoso e deciso.
A questo proposito non è raro vedere i pugili professionisti mettersi a disposizione e aiutare negli allenamenti i non professionisti stimolandoli a migliorare e a crescere nella disciplina.
…è divertente:
divertirsi e fare con piacere una cosa è il segreto per prenderla con maggiore serietà, per farla volentieri e con assiduità: altrimenti diventa un lavoro, un obbligo e non saremo stimolati a continuare.Tutte le persone che provano il pugilato e che mettono i guantoni per la prima volta, a fine lezione si saranno divertiti e avranno goduto dello stimolo della sfida. Gli esercizi sono molti e differenti tra loro: non ci si annoia mai.
…migliora la fiducia e la consapevolezza:
non c’è modo migliore per superare le proprie paure e rivendicare il coraggio che c’è dentro di noi se non praticando il pugilato: migliora sensibilmente l’atteggiamento nei confronti delle sfide della vita quotidiana, la fiducia e le prospettive che abbiamo nei confronti della vita stessa.Aumenta l’autostima, si diventa più sicuri delle proprie capacità.Praticando il pugilato andiamo ad aumentare la nostra consapevolezza corporea, la coordinazione, l’equilibrio.Nell’ambito dell’allenamento vero e proprio, impariamo a controllare i movimenti, a scegliere il momento giusto per la difesa e poi per attaccare.Corpo e cervello diventano una cosa sola: il cervello insegna al corpo come muoversi nel modo più efficace ed efficiente e il corpo a sua volta, comunica al cervello nuove abilità di movimento.
…è un ottimo allenamento per il fisico:
Nel pugilato ogni singola parte del corpo viene utilizzata e stimolata sia negli allenamenti che durante un incontro:Si lavora con tutti i muscoli, in particolare vengono stimolati i deltoidi, i pettorali, i bicipiti, i tricipiti, tutta la serie dei muscoli della schiena e degli addominali oltre a quelli delle gambe.Non è uno sport in cui ci si può permettere di essere pigri: richiede e sviluppa resistenza, forza, potenza, velocità e agilità. Tutte caratteristiche che con un allenamento costante sotto la guida di un buon allenatore, tutti possono fare proprie!
…aiuta a perdere peso:
dieta sana purchè nutriente e movimento. Per chi vuole perdere peso e migliorare la forma fisica il pugilato è perfetto anche a livello amatoriale senza necessariamente salire sul ring e combattere da professionista.Gli esercizi, se fatti nel modo corretto e con la supervisione di un allenatore, ti aiuteranno a bruciare molti grassi. È un allenamento completo che porta ad avere muscoli definiti, tonificati e forti grazie a gli esercizi che hanno il pregio di non diventare mai “di routine”:“la boxe è una sfida senza fine” gli esercizi possono essere sempre differenti grazie alle diverse sfaccettature di esecuzione e di conseguenza i muscoli non si possono “abituare” all’allenamento, ma continueranno a faticare e ad essere allenati.
Conclusioni
Pugilato non è sinonimo di brutalità o violenza sono preconcetti ancora molto diffusi, ma che derivano dalla dura storia di questo sport.In realtà è una disciplina che può dare molti insegnamenti positivi e utili non solo nello sport, ma anche per affrontare al meglio gli avvenimenti che si presentano nella quotidianità delle nostre vite.